Il punto di Virginia

L’UOMO QUESTO SCONOSCIUTO

Oggi più che mai occorre informare e conoscere per risolvere problemi che una volta erano considerati tabù, e che con la pandemia si sono ripresentati in modo più importante, soprattutto sul versante maschile.

Il COVID 19 ha cambiato sia nel durante che nel post pandemia l’impatto sul benessere psicofisico delle persone, in particolare degli uomini. Il desiderio, le disfunzioni sul sesso, l’isolamento del singolo e della coppia hanno portato alla luce diverse battute d’arresto sia per la sfera maschile che per la coppia e sia per l’eccessiva vicinanza che per l’eccessiva distanza dall’isolamento richiesto durante il lockdown.

Oggi più che mai occorre informare e conoscere per risolvere problemi che una volta erano considerati tabù, e che con la pandemia si sono ripresentati in modo più importante, soprattutto sul versante maschile.
Esiste una figura nel settore medico che è quella dell’Andrologo, che insieme al Sessuologo, sono i referenti del benessere sessuale maschile. Chiariamo innanzitutto che l’Andrologo è colui che si occupa dei problemi di salute tipicamente maschili come i disturbi dell’apparato genitale, malformazioni, mentre il sessuologo è colui che opera sulla salute sessuale non solo dell’uomo o della donna, ma anche della coppia.

Ci rivolgiamo al Dott. Giorgio Del Noce, Medico Chirurgo specializzato in Andrologia, Urologia e Sessuologia, Coordinatore didattico e Docente presso la Scuola Superiore di Sessuologia Clinica di Torino con studio a Torino e autore di numerose pubblicazioni nel settore:

Dott. Giorgio Del Noce lei mi ha detto che nella sua attività andrologica sono sempre più frequenti le visite di pazienti che lamentano dolori agli organi genitali che sono sempre più espressione di una sofferenza psichica

“Sì, spesso il dolore è sintomo di una sofferenza psichica. Banalmente una persona può soffrire di mal di testa perché ha avuto una giornata pesante, ma in questo caso la persona è consapevole della causa del dolore. In altri casi la situazione è maggiormente strutturata. Pensiamo ad esempio alle donne, che dopo aver subito una violenza sessuale in gioventù, presentano per tutta la vita dolore vaginale e non riescono ad avere rapporti sessuali (dispareunia e vaginismo). Mi capita sovente di visitare uomini con una ipersensibilità importante dei genitali dovute a visite, interventi, manovre subite nell’infanzia che sono state inconsciamente interpretate come una violenza.”

Come possiamo suddividere queste sensazioni spiacevoli, talvolta dolori ai genitali maschili? Lei mi parla addirittura di reazioni di difesa, di disagio o di rifiuto del rapporto sessuale.

“Questo fenomeno è più frequente di quanto si possa pensare e si definisce con il termine “allodinia”, ovvero la trasformazione della sensibilità tattile in dolorifica. Usando una metafora è come se una persona mettesse un allarme dopo aver subito una forma di violenza. In qualche caso il paziente è in grado in certe situazioni di ”staccare” l’allarme. Sono infatti pochi i maschi che non riescono ad avere rapporti sessuali per questo problema. E’ interessante però che in altri casi il paziente rileva una forma di anestesia del pene. Alcuni riferiscono di “non sentire il pene”, come se fosse anestetizzato. Questo fenomeno, anch’esso frequente, si definisce Anestesia Erotica ed è secondario ad una sofferenza psicologica o ad una sindrome depressiva. Ovviamente in questi casi la sensibilità tattile è normale, ma il paziente percepisce diversamente l’organo sessuale. Questo fenomeno è risultato più frequente in periodo di pandemia, soprattutto dai giovani più fragili.”

Dott. Del Noce nel suo vissuto di Andrologo con tematiche sempre differenti, che posto occupa l’ansia da prestazione?

A tal riguardo voglio sfatare un mito. L’ansia da prestazione è un fenomeno normale e in qualche caso anche utile. L’ansia ci permette una maggior concentrazione e io affermo che sarebbe patologico che una persona, nei primi rapporti soprattutto, non senta una emozione intensa che fa “battere il cuore”. Il problema se invece il paziente soffre di ansia patologica, che impedisce di avere rapporti, ma in genere questa malattia interferisce non solo nell’attività sessuale. Nella mia esperienza il paziente che afferma di soffrire di ansia da prestazione cerca una copertura ad un problema più complesso.”

Quali sono le domande più frequenti che il sesso maschile le rivolge nella sua attività di sessuologo? E quali sono le giustificazioni che le presentano? Esiste l’asessule?

Sono le domande sulla normalità. I paziente generalmente non hanno idea sui valori di normalità. Ho avuto persone che sono venute a visita perché durando solo 20 minuti ritenevano di essere precoci. Sessantenni che avevano rapporti almeno una volta al giorno e si stupivano se talvolta avevano difficoltà. I ragazzi oggi valutano spesso la sessualità come una prestazione, cancellando l’aspetto affettivo, per non parlare dell’amore. Per quanto riguarda le giustificazioni le parole stress e ansia sono le più utilizzate e che io non vorrei mai sentire. Io pongo sempre una domanda: ma chi è che non è stressato? Il problema è sempre la gestione della propria vita. Per quanto riguarda  l’asessualità ho avuto 2 casi di ragazzi che mi hanno detto di non essere interessati alla sessualità, ma, a mio parere, era una copertura a problemi più profondi. Talvolta la coppia con età perde interesse nei confronti della sessualità fisica, ma rimane legatissima grazie all’amore e mi piacerebbe che oggi si parlasse di più di questa importantissima componente della sessualità, che spesso manca”.

Scrivetemi a tuchiediloame@gmail.com o contattaci in redazione al numero 348 544 0956 e saremo felici di aprire un contatto diretto o una chat fra me e voi.!!

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