Relazioni amicali e circostanze casuali conducono a vere e proprie opportunità, sia di volontariato sia lavorative. Una di queste si è presentata per un gruppo di persone: ambizioni e progetti cambiano le loro vite e, nemmeno quei quasi due anni di silenzio forzato, hanno fatto tacere coloro che amano il mondo della musica.
Paolo Montanari è un cantante di Reggio Emilia, più precisamente di Novellara, leader della tribute band “Ma noi no”, titolo di una celebre canzone del 1991, dei celebri Nomadi, gruppo appartenente alla beat generation.
Quel paese, per la generazione cosiddetta Boomer e che amava quello stile musicale, è conosciuto perché originario del cantante, fondatore del gruppo. Augusto Daolio, che, dal 1963 alla sua precoce scomparsa, il 7 ottobre 1992, ha prodotto numerose canzoni, con un ampio repertorio a carattere politico, anche perché è ben noto il panorama sociale di quell’epoca, in particolare delle lotte tra ceti, negli anni Settanta e Ottanta. Essi, con le loro parole in musica, volevano contribuire al sostegno di quelle classi non borghesi, che ceravano una posizione dignitosa in un’Italia che, a causa delle guerre e corruzione, era prossima allo sfacelo.
Ritorniamo da Paolo, che, in un parallelismo, potremmo definire l’Augusto nella sua tribute band, unica in tutta la sua regione: creata nel 2003, con qualche cambio di componente, essa non ha conosciuto pause. L’obiettivo di Paolo è lo stesso che confessò Augusto, in un viaggio, con il tastierista, Beppe Carletti: quanto sarebbe stato bello se, anche dopo la loro scomparsa, la strada de I Nomadi sarebbe proseguita.
Nell’ottobre del 1992, come accennato in precedenza, il leader della band si spense, dopo che una malattia irreversibile, gli aveva colpito un polmone e gli altri componenti, pur continuando il progetto musicale, provarono, insieme ai fan, un vuoto incolmabile.
La compagna, Rosanna Fantuzzi, fondò un’ associazione, che potesse finanziare sia la ricerca per i malati oncologici sia i giovani che volessero intraprendere studio universitari, in ambito medico, ma che non ne avessero le possibilità economiche, con l’auspicio di poter salvare le persone da quei mali, che, nessun progresso, è ancora riuscito a sconfiggere. L’associazione si intitola, infatti:” Augusto per la vita” ed è itinerante: in quelle occasioni, non tutti conoscono anche la passione del cantante nel dipingere e alcuni dei suoi quadri sono presentati al pubblico.
I bambini che frequentano le scuole primarie, spesso, cantano a piena voce quello che, nel 1972, quando doevano ancora nascere alcuni dei loro genitori, era considerato un inno alla libertà. Augusto si distingueva sin da bambino, per il suo carattere vivace, e lo percepisci, nelle righe di Io vagabondo. Alzi la mano colui o colei che non l’ha mai cantata, abbracciando un amico e, magari, con una lacrima: le parole, la musica e la coinvolgente voce di Augusto raccontano una storia che più o meno sfiora tutti noi.
Qualsiasi band che decide di simulare quella ufficiale, soprattutto se di un’elevata entità come questa, conosce bene la possibilità di eccellere nel panorama musicale, quanto il rischio di non riuscire ad affermarsi: l’amore del pubblico per Augusto rischia di opacizzare chiunque, con finalità benevoli, voglio proseguire il suo progetto. Da quanto racconta Paolo Montanari, tornando all’attuale tribute band, e lo confermano anche i contenuti mediatici presenti nei suoi canali social, il pubblico rimane stupito dalle abilità sonore che caratterizzano il tributo.
Forse, per ironia del destino, Paolo Montanari, attraverso un amico incomune, ex-abitante dell’Oltrepò, Devis Ironi, ha stretto una forte amicizia con un altro Paolo, residente a Casteggio, e attivo nell’ambito sociale della cittadina. Anche questo Paolo, Maggi di cognome, è un fan de i Nomadi e, partecipando a una delle loro esibizioni, rimase colpito della loro bravura. L’idea che gli fece intrecciare questo rapporto fu quella di istituire un fanclub nell’area che frequenta, offrendo anche l’opportunità agli amici e ad altri fans locali di partecipare ai loro concerti, senza doversi recare in un’altra regione.
Entrambi i Paolo si sono dichiarati soddisfatti in una maniera impensabile, per il sold-out che ottennero con la prima serata, lo scorso luglio, a Casteggio, consapevoli delle due cause a loro sfavore: la necessità di un Green Pass, che, all’epoca, in molti non possedevano e le norme di distanziamento, che richiedevano la necessità di un minor numero di prenotazioni.
Lasciando da parte la mentalità politica che, oggi, non è definibile come all’epoca, i loro testi, come quelli di molti altri cantautori italiani, necessitano di essere conosciuti anche dalle nuove generazioni e questo è un altro degli auspici, che si prefigge la tribute band, includendoli in un settore da dedicare alla letteratura contemporanea.
Il referente del Fansclub Oltrepò, Paolo Maggi, ha organizzato un pranzo e una cena, con la band ospite, domenica, 28 novembre, presso il locale Più e Più, a Torricella Verzate. In quell’occasione, egli festeggerà sia con la tribute band sia con coloro che vogliono associarsi, la riuscita del suo impegno a livello locale e si parlerà anche dei progetti futuri.
Concludo questo viaggio nel tempo e nello spazio, con un ricordo particolarmente caro al leader della tribute band, che conferma, ancora una volta, la loro competenza musicale: a causa di un problema, I Nomadi non poterono partecipare al concerto in provincia di Lecco, del 30 maggio 2009 e, anziché annullare la data, essi chiesero ai Ma noi no di sostituirli: gli applausi e il calore del pubblico non furono minori.