Torino, chiamata la città magica, è stata sempre legata a leggende esoteriche riguardanti la magia bianca e quella nera. La città si trova infatti nel punto di congiunzione tra due triangoli, quella della magia bianca con Praga e Lione, e quella della magia nera con Londra e San Francisco, e vanta una tradizione esoterica secolare.
Definiamo innanzitutto il termine esoterismo, che è un chiaro richiamo all’interiorità, al cuore dell’essere umano, perchè è all’interno di ognuno di noi che si cela “la camera segreta”. E’ per questo che il termine esoterismo è stato accostato alla Magia, all’Astrologia, all’Alchimia, alla Kabbalah e a varie forme di divinazione, che ci portano alla conoscenza di chi siamo realmente, superando le tenebre interiori.
Gli insegnamenti di questa consapevolezza esoterica vengono tenuti nascosti e sono aperti solo a chi ne ha i requisiti interiori. Volendo scrivere di “Sensitivi sotto la Mole”, come non ricordare il più grande sensitivo e maestro spirituale illuminato di Torino, Gustavo Adolfo Rol, interprete di autentici fenomeni paranormali.
Per questo personaggio conosciuto, apprezzato ma nello stesso tempo controverso in tutto il mondo, amato da Zeffirelli e da Fellini, il Comitato Museo Gustavo Adolfo Rol di Torino, sta pensando di portare avanti un progetto museale che si sviluppa attraverso delle stanze multisensoriali, dove il visitatore potra’ vivere i tre mezzi per i quali Rol entrava in un’altra dimensione: l’esperienza vibrazionale della quinta musicale, del calore e del colore verde.
Girovagando nel quartiere Aurora vicino alla Mole Antonelliana, dove il mercato di Porta Palazzo convive con il nuovo centro tutto di vetro e acciaio della Lavazza e con l’avveniristica sede di Giurisprudenza Campus Einaudi, mi sono imbattuta in Massimiliano Rocca, che si definisce astrologo, cartomante e sensitivo, e che ha creato persino nella sua “Associazione Massimiliano”, una scuola d’iniziazione e di studio verso queste arti esoteriche.
Come è iniziato il tuo percorso personale e quello della tua “Associazione Massimiliano”?
“Sono sempre vissuto nel quartiere Aurora vicino alla Mole, e ho sempre avuto delle sensazioni fin da piccolo su fatti che potevano succedere e di fatto sono accaduti. Ho incontrato nel mio percorso persone “particolari” che mi hanno aiutato a non avere paura delle mie sensazioni e anzi a svilupparle, come Maria, una signora anziana del quartiere, che mi ha iniziato alla parapsicologia ed il famoso CarloAlberto, un importante interprete dell’arte divinatoria a Torino, che mi ha introdotto e formato all’astrologia, alla medianicità, ai viaggi karmici esoterici e alla ciclomanzia (magia bianca), cioè l’utilizzazione di alcuni poteri nascosti che noi tutti possediamo”
Massimiliano, sei diventato in questi anni un punto di riferimento per le arti divinatorie, ma cosa vuol dire essere astrologo?
“L’astrologo è un cultore di astrologia che fa oroscopi o previsioni fondate sull’astrologia, che esprime idee complesse sulla personalità, sui cicli di vita e sui modelli di relazione attraverso l’interpretazione dei simboli, dei pianeti e dello zodiaco. Attraverso l’astrologia classica, io aiuto le persone a capirsi e capire alcune modalità che si ripetono nella loro carta Natale, per consapevolizzarle e migliorarle. Ad esempio la posizione di Saturno, il settimo pianeta nel sistema astrologico Tolemaico, è importante perchè se fosse in quarta casa, darebbe al consultante la probabilità di genitori separati o defunti.”
Ci puoi illuminare sul tuo percorso spirituale?
“Io ho passato gran parte della mia vita non solo ad aiutare i “consultanti” (così si definiscono coloro che si rivolgono a noi), ma a studiare profondamente i vari rami delle arti divinatorie e la parapsicologia. Sono arrivato a capire che esiste qualcosa oltre il tutto, che ti eleva alla spiritualità. Come disse Tommaso D’Aquino, gli astri inclinano ma non determinano. E io ho unito, a questo studio delle carte astrali delle persone, la sensitività, l’intuizione e la percezione in cui entro nel momento in cui un consultante si rivolge a me.”
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Virginia Sanchesi