Nel quadro del programma dedicato al dialogo tra città e arte contemporanea, l’Assessorato alla Cultura organizza presso il cortile del Castello Visconteo la mostra Fons vitae di Antonio Ievolella. L’iniziativa, che si inserisce nel più ampio obiettivo che l’Amministrazione persegue in ambito culturale e insieme urbanistico-ambientale (specie con il progetto denominato Waterfront, dedicato alla valorizzazione di Pavia quale città d’acqua), sarà inaugurata il 9 ottobre 2021, e si avvale della cura scientifica di Virginia Baradel, Valerio Dehò, Andrea Del Guercio.
L’allestimento ha come motivo ispiratore l’acqua e così i 30 otri di terracotta su strutture di ferro in sospensione nel cortile del Castello, sono dei veri e propri vasi, grembi che costituiscono la forma plastica scelta dall’Artista quale motivo ricorrente delle installazioni. L’otre diventa un dispositivo simbolico che allude all’uomo e alla sua unicità e, in particolare, al monaco nel suo silenzioso e volontario isolamento, pur all’interno di una dimensione collettiva.
Dopo la tappa della mostra Fons vitae alla Certosa di San Giacomo a Capri dall’ottobre 2020 all’aprile 2021, il nostro Castello Visconteo, con le sue preziose stratificazioni culturali, materiali e immateriali, si offre come interlocutore speciale per un dialogo con l’opera di Antonio Ievolella che non mancherà di sorprendere. Infatti l’artista per la mostra a Pavia sta realizzando una grande installazione con 10 grandi scudi in metallo che “racconteranno” la storia della città , i suoi simboli e i grandi personaggi da Sant’Agostino a Leonardo che ne fanno parte.
Biografia
Antonio Ievolella nasce a Benevento nel 1952. Dopo gli studi al liceo artistico della sua città frequenta l’Accademia di Belle Arti a Napoli. Nella città partenopea segue da vicino gli appuntamenti della galleria di Lucio Amelio dove ha modo di conoscere i protagonisti delle principali tendenze artistiche internazionali. Nel 1976 si reca a Milano per insegnare al liceo artistico di Milano. È un periodo ricco di esperienze e di grandi amicizie, prima fra tutte quella col conterraneo Mimmo Paladino.
Due anni dopo si trasferisce al liceo artistico di Padova, città nella quale stabilisce residenza e studio. È del 1987 la prima personale alla galleria Studio La Città di Verona da cui prende avvio un importante e durevole sodalizio con Hélène de Franchis che porterà le sue opere ad una visibilità internazionale.
Nel 1988 partecipa alla mostra Undici artisti per Villa Domenica, curata da Virginia Baradel. In quello stesso anno Giovanni Carandente invita Ievolella alla XLIII Biennale di Venezia, dove lo scultore presenta Trittico nella sezione Scultori ai Giardini curata da Andrea del Guercio. Quest’ultimo organizza, nello stesso anno, una personale dell’artista beneventano alla galleria Oddi Baglioni a Roma. L’anno seguente partecipa a Materialmente: scultori degli anni Ottanta alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna. Gli anni Novanta sono un periodo d’intensa attività. Si aprono con la mostra Viaggi – Antonio Ievolella/Hidetoshi Nagaswa allo Studio La Città e si chiudono con l’imponente complesso del cimitero di Rio di Ponte San Nicolò.
Nel mezzo vi è l’antologica Il Grande Carro a Padova, articolata in sette sculture di grandi dimensioni installate lungo i principali snodi della città. Nell’occasione un elemento di Terre di magia viene donato al Parco Museo d’Arte Contemporanea dei Musei Civici agli Eremitani. Lo stesso anno Edoardo Manzoni lo invita a partecipare all’esposizione Su Logu de s’Iscultura a Tortolì in Sardegna: l’opera Progetto di memoria manifesta un ulteriore sviluppo nei propositi monumentali del lavoro di Ievolella. Questo orientamento trova naturale prosecuzione nel Parco d’Arte Contemporanea della Fondazione Rossini, con cui lo scultore stabilisce un rapporto di partnership continuativo, realizzando nel 2005 la mostra Itinerari nel parco di Monza.
Il suggestivo complesso I guardiani della dormiente, grandiosa anticamera al regno dei morti, è inaugurato nel 2004, ma il progetto nasce alla metà degli anni Novanta, grazie al dialogo instaurato con l’architetto Franco Biscossa, responsabile dell’opera architettonica per il rinnovamento del cimitero di Rio di Ponte San Nicolò. Nell’estate del 2006 si svolge la personale Materia Forma Luogo, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e curata da Tommaso Ferrillo a Castel dell’Ovo, scenografia ideale per le sculture di Ievolella. Del 2008 e 2009 sono le grandi fontane per una villa privata di Battaglia Terme e per la piazza di Voltabarozzo.
La gestazione dell’imponente opera Ghirbe, presentata nell’estate 2014 nella chiesa dell’Incoronata a Napoli e riproposta a Padova nell’antologica dello stesso anno, ha richiesto un lungo periodo di ideazione e di lavoro ripagati dalla grandiosità plastica e simbolica dell’installazione. L’Università di Padova ha acquisito le Ghirbe e le ha collocate nella Cittadella dello Studente. Alla Fornace Morandi a Padova dal novembre 2018 al febbraio 2019 ha luogo la mostra “Occhi di luna” a cura di Virginia Baradel e Valerio Dehò.
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