I castagneti da frutto furono impiantati sugli Appennini durante il Medioevo e presero il posto dei boschi di querce e i castagni divennero una risorsa fondamentale, vere e proprie piante di civiltà .
Castagne e marroni erano fonte di sostentamento, ma anche di ricchezza e la loro coltivazione era seguita ad hoc. Essi sono legati da una forma di parentela abbastanza stretta, poiché derivano dalla stessa pianta, il castagno, un albero appartenente alla famiglia delle Fagaceae, la stessa di querce e faggi. La differenza è che i castagni da cui nascono i marroni derivano da tecniche artificiali, ovvero con il contributo dell’ uomo.
Solo nel ‘700, con la diffusione di mais e patata, le superfici a castagneto diminuirono, tranne nelle regioni collinari, in cui il castagno e i suoi frutti avevano ormai acquistato un’ importanza fino all’età industriale avanzata. Oggi, le castagne ed i marroni rappresentano una specialità culinaria, che abbina l’ottima qualità del prodotto al piacere di assaporare il gusto della tradizione.
Un esemplare notevole di castagno ha la circonferenza 950 cm, l’ altezza di 15 metri, l’ età stimata tra gli 800 e i 900 anni. Esso è stato definito è l’albero più antico e con la circonferenza più ampia di tutta la provincia di Pavia.