Il 3 novembre del 1911, presso il Caffè Roma di via XX settembre, nasce il Pavia Football Club. Già alla costituzione la società contava più di trenta soci e fu nominato Presidente Emilio Piatti. Durante i primi mesi di vita il Pavia giocò solo partite amichevoli, delle quali ricordiamo le vittorie contro il Varese (2-1) e il Savoia (2-0).
E’ nel gennaio del 1914 che il Pavia Football Club partecipa al suo primo campionato ufficiale, partecipando alla Terza Categoria girone B. Nonostante il buon inizio del torneo, con una vittoria schiacciante dei pavesi per 4-0 contro l’Ausonia Pro Gorla, il club entra in difficoltà sia logistiche (per le pessime condizioni del campo di Piazza d’Armi) che per il numero sempre più scarso di calciatori.
Nella stagione 1914-15, il primo successo: ammesso al campionato di Promozione, il Pavia Football Club guida la classifica e stacca il biglietto per la Prima Categoria, la Serie A dell’epoca su base regionale (per disputare la Serie A nazionale era necessario passare il girone regionale). A causa del primo conflitto mondiale, però, la società pavese, per disputare il nuovo campionato, dovrà aspettare il 1919. Dopo alcune sconfitte, subirà alcuni anni di assenza fino al 1928, quando tornerà a competere, ricreato dalla fusione tra l’Arduino Pavia e il Vittoria Pavia.
Nell’ estate del 1942, si ricostituisce la società e sarà ammessa al campionato di Serie C, nel quale sosterà, tra alti e bassi, fino al 1953.
Nel 1960, riprendono i lavori per la rifondazione del club. Dopo diverse settimane di trattative, finalmente, nasce l’A.C. Pavia che partirà dalla Prima Categoria. Nel settembre del 1961 giunge dalla Federazione la lieta notizia per il tifo azzurro: il Pavia viene ammesso in Serie D e nella stagione 1966-67 la promozione in Serie C dopo dieci anni di assenza.
Nell’anno del Mondiale ’82 il Pavia assolve il suo compito mantenendo la categoria: la stagione termina con il nono posto, in C2. La Nazionale Italiana conquista, per la terza volta, la Coppa di Campione del Mondo e uno striscione pavese diventerà famoso, esposto durante le partite di Bearzot, con la dicitura Italia facci sognare. Lo striscione, in origine, inneggiava: Mauro facci sognare, dedicato al calciatore pavese Mauro Aguzzoni, ma fu modificato per il Mondiale, con la sostituzione della prima parola corrispondente al nome.
Nel 1998, la società va in mano alla famiglia Calisti e l’A.C. Pavia conquista in pochi anni la C1. Ma il primo decennio del nuovo millennio sarà comunque una continua altalena di soddisfazioni e delusioni. L’appassionato lavoro della famiglia Calisti raggiunge l’apice nel 2005 e 2006 quando il Pavia sfiora per due stagioni consecutive il ritorno in Serie B dopo cinquant’anni. Questi sono gli anni in cui il club pavese era trascinato dalle prodezze di giocatori divenuti simbolo per la città, come Ardizzone, La Cagnina, Nordi e Scalzo.
Dopo vari passaggi, tra cui quello a una società cinese, la proprietà è di Giuseppe Nucera, che compra la società, paga i debiti pregressi della vecchia gestione con il Comune, e iscrive la squadra al campionato di Eccellenza anche se, per diatribe con il Comune di Pavia, la squadra disputa le partite casalinghe del campionato 2019/20 a Trezzano sul Naviglio.
Il torneo viene interrotto a febbraio 2020 dal COVID e, quando si riprende con la nuova stagione, la squadra torna a indossare il logo storico dell’A.C. Pavia 1911, grazie al gruppo ultras dei Sioux, che hanno acquisito all’asta il marchio storico della società, e l’hanno dato in gestione al presidente Nucera.