Fin dal 1400, lungo le rive del fiume Ticino, le donne svolgevano il lavoro di lavandaia. I panni venivano lasciati in ammollo, durante le notti, in enormi recipienti di cemento; al mattino, venivano spostati vicino al fiume e lavati, appoggiandoli a un’ asse di legno, definita, nel dialetto pavese, a scägn.
Gli uomini e i bambini raccoglievano i panni e li riconsegnavano a tutta la città. Insieme ad altri mestieri, come quello del pescatore e del traghettatore, quello della lavandaie rappresenta un lavoro tipico legato al nostro fiume.
La visita partirà dalla storia della statua della lavandaia per arrivare alla Linguacciona scoprendo la quotidianità, cui erano abituati i nostri avi.
Ritrovo: sabato, 18 settembre, Ponte Coperto, lato Strada Nuova, ore 16:30