E’ notizia di questi giorni che saremo i primi in Europa a depenalizzare la coltivazione domestica di cannabis per uso personale.
Non voglio scendere sulle questioni politiche, etiche e morali ma su quelle mediche legate alla terapia del dolore, che è un argomento a me molto caro per le infinite applicazioni e per il grande aiuto che si puo’ dare ai malati e non solo. La Cannabis terapeutica precisiamo è un farmaco galenico, cioè un medicinale preparato da un farmacista specializzato che viene utilizzato per contrastare il dolore cronico, alcune patologie e sintomi.
Spinelli, derivati e sballi vari non entrano in questo discorso, sia ben chiaro: sono tutt’altra cosa!
Viene prescritta da un medico che ne conosca gli usi (terapista del dolore) che, visitato il paziente, decide il protocollo terapeutico e ne firma la richiesta medica personale.
Mi rivolgo ad un grande esperto come il Dott. Luca Ferrero, specialista in anestesia e rianimazione in Torino, che ha fatto della terapia del dolore la sua missione di vita: -Dott. Ferrrero quale cannabis è considerata terapeutica e quando si può utilizzare? “Parliamo allora della cannabis FM-2 prodotta in Italia, in conformità alle Direttive Europeee in materia di medicinale, sulla base di un processo produttivo, controllato ed eseguito nello Stabilimento Chimico Militare di Firenze, autorizzato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).” -Per cosa lei prescrive la cannabis? “ La cannabis terapia è un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard, ed è spesso efficace dove le terapie convenzionali non lo sono state.
Grazie alla cannabis terapia- aggiunge il Dott. Ferrero -otteniamo la riduzione di movimenti involontari del corpo, alleviamo dolori di origine spastica (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale,epilessia, Morbo di Crohn, depressione etc.) dolori cronici, nausee e vomito causati da chemioterapie e radioterapie e molto altro ancora.” -Quali possono essere i risvolti futuri?
“Nei prossimi anni le grandi industrie farmaceutiche faranno del loro meglio per dominare il mercato della cannabis terapeutica, producendo però farmaci a base di cannabis molto specifici e costosi. Nel frattempo tuttavia molti consumatori di cannabis terapeutica coltiveranno la propria cannabis a partire dal seme femminilizzato per ottenere, sotto guida medica , in modo economico la loro terapia.
Aggiungo che se queste piantine non vengono coltivate in modo specifico, risulteranno poi inefficaci e anche dannose nella parte terapeutica.
Mancano comunque degli studi comparativi, conoscenze precise sulle dosi, che devono essere diverse a seconda del paziente e delle patologie, ma non si sa in che termini, e se il preparato dovrà essere oleoso o destinato all’inalazione o essere bollito come decotto a basa sostanza grassa, tenendo conto anche qui dell’esigenza del malato e della disponibilità del farmaco , in queste versioni.”.
Si ritiene che ognuno di noi possiede una rete di recettori di cannabinoidi, e che questo nostro sistema “endo-cannabinoide”sia unico.
Quando comprenderemo appieno questo sistema sarà possibile cominciare a calibrare per tutte le diverse patologie, terapie che soddisfino requisiti altamente specifici”.
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