L’11 settembre 2001 è considerato un giorno, che ha cambiato, per sempre, non solo la storia degli Stati Uniti, ma quella di tutto il mondo. Lo schianto degli aerei, pilotati dai kamikaze di Al-Qaeda, sulle Twin Towers e sul Pentagono sono indelebili per coloro che, piccolo e adulti, hanno assistito, inermi, a questo fatto storico disumano.
2.753 è il numero delle vittime del World Trade Center a Manhattan: l’emittente Abc ha affermato che, attraverso l’analisi dei resti di DNA umano rinvenuti tra le macerie, l’Office of Chief Medical Examiner di New York ha identificate solo 1.647 vittime, di cui le ultime due solo pochi giorni fa.
A livello economico, l’impatto dell’attentato è stato devastante: secondo un’inchiesta del New York Times, esso è pari ad almeno 3,3 trilioni di dollari. La Borsa chiuse per quattro giorni, dopo gli attacchi, dalla Grande Depressione, nel 1929.
Il luogo degli attacchi è stato ufficialmente ripulito solo il 30 maggio 2002.
One World Trade Center o Freedom Tower è il grattacielo, che è stato costruito nell’area, che apparteneva alle Torri Gemelle e che, con i suoi 541 metri, è il più alto d’America. Esso ospita uffici, un osservatorio, un memoriale e un museo sull’11 settembre.
Film, documentari, serie tv e libri hanno analizzato, in ogni dettaglio, l’attacco sferrato da Osama Bin Laden al cuore dell’America e, oggi, gli studenti lo ritrovano tra le pagine del libro di storia: forse, loro che non erano ancora nati, come è accaduto a noi per le numerose guerre che si sono combattute, lo leggeranno con occhio critico e incredulo, ma la crudeltà di quel pomeriggio, per coloro che han visto tutte le trasmissioni interrompersi, con l’edizione straordinaria del telegiornale, e il reinvio della finale del Festivalbar, ha fatto comprendere come le distanze si annullino ed eravamo tutti colpiti, nell’anima. Chiunque, quel giorno, è diventato “grande” ed ha compreso quanto ignobile possa essere l’individuo umano, come se non fosse stata sufficiente la Shoah.