Yolo è l’acronimo di “You-only-live-once” ovvero “si vive una volta sola”. Concetto che inevitabilmente porta a ripensare la propria vita e a prendere scelte radicali, come abbandonare lavori comodi e stabili ma poco appaganti o le grandi città invivibili. Detonatore del fenomeno è stata la pandemia, che ha rappresentato, per gli essseri umani, un momento di riflessione e di interruzione delle precedenti routines quotidiane.
Molte persone hanno rischiato di lasciare il loro impiego, per investire in un’ attività più stimolante oppure, al contrario, hanno lasciato una libera professione, per un lavoro da dipendente, con più obblighi, ma un numero inferiore di responsabilità. Altri ancora che, invece, sono andati a vivere in città più a misura d’uomo o in paesi, a contatto con la natura, potendo svolgere la propria attività, in modalità smartworking.
Una conferma che la Yolo economy piace anche agli italiani è arrivata da una ricerca condotta da Aulab, centro di formazione specializzato nelle competenze digitali. I Millennials (26-41 anni) e la generazione Z (meno di 25 anni) sono più attratti dal mondo del digitale, dove è più semplice poter lavorare da remoto.
Una scelta “rischiosa, ma premiante” secondo gli analisti di Aulab, poiché il tasso di collocamento è del 95%, di cui il 75% entro 60 giorni dalla conclusione degli studi. Il percorso intrapreso permette non solo di inserirsi in un settore, come quello Ict, dove la domanda di lavoro è elevata: in l’Italia, si è alla ricerca di 100.000 figure professionali, in ambito tecnologico, ma anche di sviluppare, soprattutto in un contesto di incertezza come quello attuale, una mentalità flessibile ed aperta ad eventuali innovazioni.