D’improvviso è volato via. Quel sorriso che ben si sposava con la radiosità dello sguardo, sì è dissolto in un giorno d’estate, mentre molti di noi erano occupati o assorti in disparati pensieri. Raffaella Carrà se n’è andata via così, in modo inaspettato, prendendoci in contro piede, noi che di lei conservavamo un’immagine recente e sempre vitale.
Ed allora abbiamo ripercorso i nostri anni migliori, quando ragazzini o giovani adulti, vedevamo quella giovane donna sempre “colorata”, anche con il bianco e nero, e pensavamo, contro ogni principio di realtà, che sì in fondo, questa è la nostra donna, questa è la dolcezza, questa è la sensibilità e soprattutto questa è l’emozione, l’amore per la vita. Ne eravamo ammirati: e non perché la vedessimo come la più bella o brava, ( anche se bella e brava lo era ), ma soprattutto perché pur sentendola una di noi, ne era spesso solo la parte latente.
Era la voglia di vivere che aspiravamo a esprimere, ma che spesso restava imprigionata nella cupezza delle nostre fisime, nelle nostre ubbie giovanili e adolescenziali.
Era quel sorriso che cercavamo dentro di noi e che spesso i genitori ci esortavano a esternare, con la fatidica frase ” hai tutta la vita davanti”. In fondo, un quid di vitalità che stentavano a mostrare, quella dolcezza e capacità di emozionarsi, di fronte all’ebbrezza della vita, come alle sue durezze.
E a noi maschi piaceva anche fisicamente, proprio perché paradossalmente non disvelava la sua sensualità, e pur tuttavia, lasciava intravederne la potenzialità attrattiva, tanto più misteriosa, in quanto non necessariamente seduttiva. Ora stentiamo a credere che quel sorriso, che decollava spesso nella classica risata, si sia del tutto spento. In fondo continueremo a sentirlo dentro, perché Raffa ovunque sia, ci guarderà in modo amorevole, nel generoso intento di lenire le nostre tristezze.