Lo scorso 1° luglio, davanti all’entrata centrale di Buckingham Palace, era possibile osservare quante immagini e quanti oggetti sono stati depositati in memoria del sessantesimo compleanno di Lady Diana.
Un abbraccio lungo quasi 24 anni, in cui la sua mancanza non è percepita solo dai figli, ma anche dal suo popolo e da moltissime altre persone, in tutto il mondo, che hanno avuto il modo di conoscerla, attraverso i mass-media. Primo fra tutti, la televisione è sempre stata presente negli eventi principali, in particolare al seguitissimo matrimonio, celebrato nel lontano 1981, matrimonio che poi si rivelerà dannoso per lei stessa, ma che, comunque, ha fatto sognare anche i meno romantici.
Le nuove generazioni hanno diritto a conoscerla: se non nei libri di storia, almeno dalle narrazioni dei docenti, che possono far ascoltare e leggere le interviste ai figli, le più esaustive nel delineare quanto “grande” fosse la loro madre. I due giovani hanno ammesso di non aver mai elaborato quel gravissimo lutto e, purtroppo, sappiamo anche quanto Harry abbia rischiato la propria salute: mentre i più moralisti lo criticavano per come stesse rovinando l’immagine della monarchia, altri si preoccupavano, poiché, dietro a tutte quelle scene riprese, con un principe poco all’altezza, vi era un disturbo molto più interno, che ammise lui stesso, dopo anni di terapia, ma che era già comprensibile individuarne le cause. Oggi, Harry è un ragazzo fragile e forte al tempo stesso: almeno appare soddisfatto e lo scatto che circola, da pochi giorni, lo vede protagonista, con il fratello William, di fronte alla statua in memoria di Lady Diana, posizionata alle porte di Kensington Palace. Essa commuove il mondo intero: non sono mancati i commenti che la vedono poco idonea nel rappresentare la bellezza, interiore ed esteriore, della principessa, ma occorre comprenderne il significato e non limitarsi solo all’estetica. Infatti, i bambini che circondano Diana non sono i propri figli, in quanto la seconda è una femmina: la statua vuole invece comunicare quello che è sempre stato il suo sogno, oltre a diventare ballerina, ovvero insegnare in una scuola materna e insegno, dopo il diploma, in un istituto di Londra. Sono note le sue missioni umanitarie, in cui, negli anni Novanta, la vediamo spesso con i bambini, nei Paesi in via di sviluppo. Diana era ben lungi da presentarsi con sfarzosi outfit, come si direbbe oggi: abbigliata nella maniera più semplice, per non far percepire un senso di superiorità, appare affettuosa e, in alcuni casi molto coraggiosa, poiché ha raggiunto luoghi pericolosi per la propria incolumità.
Noi, però, eccetto qualche espressione malinconica, soprattutto dopo la fine ufficiale del suo rapporto con Carlo, la vedevamo raggiante e un’icona, cui ispirarsi, almeno nella fantasia. Non conoscevamo il suo vero stato d’animo, poiché lei si confidava solo con i pochi intimi, proibendo loro di pubblicare, mentre lei era in vita, le sue confessioni.
Infine, uno scatto, quello che tra le varie ipotesi poteva essere evitato, compresi a quelli precedenti, nell’ultima notte che, purtroppo, la vede protagonista: Dodi Al Fayed, l’uomo con cui usciva da meno di un mese, quel 31 agosto 1997, l’abbracciava, nell’automobile su cui viaggiavano, nei sedili posteriori, per coprirla dai paparazzi. Se, da una parte, Diana era un personaggio mediatico, dall’altra, la sua vita intima era spesso tormentata e non amava raccontarsi. Inoltre, aveva alle spalle la fine di un’altra importante relazione. Un nuovo incontro, quello che le regalò il sorriso, nei suoi ultimi giorni di vita, venne oscurato, ancora una volta, dai “malpensanti”: essi affermarono che Dodi, proprietario dei Magazzini londinesi, Harrods, era intenzionato a conquistare il cuore della principessa, per sposarla, diventare cittadino britannico e, ovviamente, ancora più celebre. Pettegolezzi su pettegolezzi han solamente creato disagi su una giovane donna e mamma, già dalla salute compromessa.
Ora, single, fidanzata o coniugata, la vorremmo festeggiare di persona, immaginandola spensierata, che improvvisa un girotondo, con i suoi cinque nipotini.
Lady Diana non è stata solo un personaggio storico, ma un esempio di empatia, che va mantenuto vivo il più possibile, poiché stiamo vivendo un tempo, in cui la necessità di creare uno scenario mondiale pacifico è quanto prima da realizzare.