Notizia che lascia disorientati coloro che credono in questa realtà, la Turchia esce dalla Convenzione, che, come è denominata, è stata siglata proprio nella capitale del Paese.
Il 1 luglio è la data in cui verrà ufficializzata la dimissione e i membri dei gruppo femminista Nonunadimeno sono decisi a farsi sentire: la violenza di genere non sembra conoscere un rallentamento e nemmeno uno spazio di tutela all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ideato dopo le numerose crisi create dalla pandemia. Appare evidente quanta informazione sia ancora necessaria divulgare. Di fronte a numeri e a fatti di cronaca non si può, se si ha una coscienza, rimanere indifferenti. Il problema è che bisognerebbe evitare questi dati da raccontare, perché significa la commissione di ulteriori omicidi.
I politici che hanno stilato il Piano Nazionale, appena citato, non considerano nemmeno che la possibilità di lavorare in modalità smart working, per le donne, spesso, significa un incremento dell’impegno, diminuendo, in modo drastico, uno spazio per sé stesse e per un’eventuale gestione familiare. In altre parole, la donna, già all’interno delle mura di casa, tende a scomparire, per fare emergere quella maschile.
Sentirsi discriminate in questo modo, anche nel mondo del lavoro, per una donna è un atto di violenza.
Gli eventi, che verranno promossi da Nonunadimeno sulla loro pagina Facebook, chiedono solo una condivisione virale: ogni donna, o uomo dalla mente altruista, dovrebbe, come può, parteciparvi, esprimendo la propria vicinanza a quest’associazione, che scende nelle piazze per difendere la dignità femminile, che non deve essere un motivo di inferiorità, all’interno di una società, che si definisce “progressista”.