Le parole della celebre Mia riecheggiano dopo anni dalle sue molteplici e indelebili esibizioni, sul palco dell’Ariston, al Festival di Sanremo.
Il 12 maggio del 1995, per cause ancora poco note, la cantante, di origini calabresi, viene a mancare, nella sua casa, in provincia di Varese. La sua voce, calda come la regione da cui proviene, commuove in ogni suo brano, da quello più romantico a quello più ritmico. L’anima rockeggiante, invece, l’ha presa Loredana, l’altra sorella, su quattro, che è diventata un’artista di fama mondiale e che, ancora oggi, sembra un adolescente e si esibisce in performance, che catturano l’attenzione di tutti, sia di coloro che la conoscevano al tempo de Il mare d’inverno, sia alle nuove generazioni e il suo Maledetto Lunapark o Sono figlia di… Nessuna volgarità, solo molta schiettezza, come è tipico della sua persona.
Purtroppo, per entrambe, fu difficile affacciarsi al mondo della musica sin da ragazze, poiché, in particolare da parte del padre, il concetto di artista, come professione nel futuro delle figlie, non era comprensibile. Loredana, poco più giovane di Mimì, si ribelle, e insieme partono alla scoperta di loro stesse, nella veste canora, diventano celebri prima a livello locale, poi partecipando kermesse nazionali.
Erano gli anni Ottanta: due generi musicali differenti, ma, in comune una bellezza interiore ed esteriore, che rapisce il pubblico italiano e non. In una serie di circostanze, verso la fine di quel decennio, si cala il sipario su Mia. Un gioiello di cristallo, quella ragazza: sguardo deciso, ma, dentro, fragile e il disumano gesto, che compirono molti suoi colleghi e altri dipendenti, di reti televisive e di case discografiche, contribuì ad alimentare quel suo senso di inferiorità. Le calunnie che circolavano sulla sua reputazione l’avevano attraversata in modo irreversibile, anche se, nel 1989, ritorna al Festival, con uno dei brani che, a oggi, è entrato a far parte del panorama musicale italiano, ovvero Almeno tu nell’universo, reinterpretata anche successivamente da Elisa Toffoli, in arte, conosciuta come Elisa.
Mia non era soddisfatta nella vita sentimentale e lo canta, lo lamenta e lo dichiara, con tenerezza, in molte occasioni.
Il testo che propongo di riascoltare, leggendolo con i fatti di cronaca, che tempestano la quotidianità, si intitola Gli uomini non cambiano. Non tutti, e non solo gli uomini, però i femminicidi sono, in modo aberrante, all’ordine del giorno e rappresentano una guerra bilaterale da fermare, poiché quasi ci si abitua ad ascoltare notizie simili.
Sì, gli uomini, la gente, cara Mia, può non cambiare, ma non deve imporre agli altri di farlo.