Attualità

I fine-settimana a Pavia: svagarsi, ma con buonsenso

Una prospettiva che è difficile da comprendere: da una parte, lieti di questo ritorno a una pseudo mondanità; dall’altra, non è accettabile quanto poco spazio rimanga nella città, per muoversi, camminare e scambiare chiacchiere. Se, all’interno dei locali, anche di quelli con ampi spazi, per ora, non è possibile sostare, l’assembramento si forma al di fuori: poco importa che l’aria sia più naturale e venga rispettato il metro di distanza, il senso di “soffocamento”, se vi sono molti posti dedicati ai ristoratori e lo spazio, nelle vie più famose dell’ex-capitale longobarda, sappiamo non essere sufficiente, dopo mesi di isolamento, più o meno accentuato, non tutti riescono ad accettare questa situazione. Conosco persone claustrofobiche, da cui potevo anche aspettarmi una risposta negativa alle prime uscite in compagnia, ma anche altre, che non lo sono, dichiarano un elevato livello di titubanza: il dover entrare in un locale, anche per pochi minuti, scavalcando i clienti e provare a intavolare un discorso sensato è pressoché impossibile. Non per tutti, poiché osservo anche coppie e gruppi che comunicano con una serenità notevole e, soprattutto, non “sentono” le basse temperature, per un rimanere ore, all’esterno e fermi. Altri, prescindere dall’età, si rifugiano in vicoli più stretti, ma silenziosi: nostalgici del comodo posto nel dehors del locale, ma rasserenati nel godersi un minimo di libertà nei movimenti.

Se molte zone vengono relegate al ristoro, i negozianti di altri prodotti e servizi come potranno gestire il flusso di passanti, che potrebbero essere interessati alle loro attività? Oppure, coloro che vogliono passeggiare e scambiarsi chiacchere e sfoghi, nella suggestiva cornice turistica, che Pavia regala, come riescono a godersi quel loro momento? Quando potremo tornare a goderci il Ponte Coperto? Forse, anche se non è poco, solo dalla ruota panoramica, in piazzale Ghinaglia?

Vorrei considerare che sarebbe efficace qualche piccola modifica, come un’estensione di orari e giorni di apertura e un’intensificazione di controllo, che, però, è già in azione.

Nell’attesa di quella libertà che tanto ci manca, conseguente di una poca coerente gestione su alcune tematiche, la cui colpa non è del Comune, ma del Governo, opportunisti della fase critica, abbiamo il modo per scorgere nuove aree, ancora poco visitate o sconosciute, sia del capoluogo di provincia sia di altre paesi, non distanti, ma che rivelano segreti nascosti. In altre parole, cerchiamo il valore aggiunto di questo sfascio economico e sociale.

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