“Un omaggio a Pavia ripresa con sguardo amorevole e stupito, ai suoi luoghi simbolo, ai lavoratori dello spettacolo, al legame profondo tra l’arte e la comunità, all’aiuto reciproco dello stare insieme.”
In settembre, è avvenuto un incontro tra il Teatro e la Città, da cui è un film documentario: Il rito sospeso, con la cui proiezione, in anteprima, il Fraschini riapre le porte.
98 giorni come il periodo di chiusura che i teatri italiani hanno dovuto rispettare, durante il primo lockdown. Un rito di riapertura che, alla fine di settembre 2020, ha coinvolto 34 luoghi simbolici della città, per immaginare il futuro oltre la pandemia. Prodotta dalla Fondazione Fraschini, con la regia di Serena Sinigaglia, la performance, dal forte valore simbolico, ha coinvolto 98 artisti, tra: attori, danzatori, circensi, tecnici e maestranze, simboli del teatro, colpiti, a livello professionale, dalle regole di contenimento.
La première sarà lunedì 26 aprile alle 20.00.
La durata del film è di 25 minuti. L’ingresso alle proiezioni è gratuito previa prenotazione obbligatoria e nominativa tramite la biglietteria online.
Un po’ di curiosità per coloro che non conoscono le origini della struttura. Il Teatro dei Quattro Nobili Cavalieri, uniti in consorzio, il Conte Francesco Gamberana Beccarla, il Marchese Pio Bellisomi, il Marchese Luigi Bellingeri Provera, e il Conte Giuseppe de’ Giorgi Vistarino affidano il progetto ad Antonio Galli Bibiena, rappresentante di un’antica e prestigiosa famiglia di scenografi-architetti. Nel 1773, il Teatro venne inaugurato con l’opera Demetrio, musiche di Giuseppe Mjslivečzek, libretto di Pietro Metastasio.
La sua struttura è fondata su capitelli dorico, ionico composito e attico e due ordini superiori, a tribuna e a loggione. La pianta della sala è a campana con cassa armonica, soluzione ottimale per l’acustica, ricavata da una galleria, sotto la platea.
L’ affresco è di Osvaldo Bignami, realizzato nel 1909.
Il restauro più sostanziale, che ha interessato tutto l’edificio, è stato attuato dopo la chiusura nel 1985.
La riapertura del Teatro risale a venerdì, 9 dicembre 1994, con un recital di Cecilia Gasdia e a sabato, 10 dicembre 1994, con un concerto di Katia Ricciarelli.
Ora, nessun restauro, ma un grande dose di euforia nel riabbracciare, metaforicamente, il pubblico già conosciuto e quello nuovo, con l’obiettivo di soddisfare una clientela più giovane.