Città del Vaticano, 2 aprile 2005 – Alle 21,37 di 16 anni fa il cuore generoso di Papa Giovanni Paolo II smetteva di battere. Quel giorno piazza san Pietro era letteralmente invasa di ragazzi che pregavano e cantavano. Se n’è andato senza nulla nascondere della sua agonia, della sua vecchiaia, della malattia che prendeva il sopravvento sull’uomo. Tre domeniche prima, durante la celebrazione delle Palme, riuscì a malapena affacciarsi, muto, con un ramoscello di ulivo in mano. Avrebbe voluto parlare ma non riuscì a emettere nemmeno un suono. Quel pomeriggio, a un certo momento, ai suoi collaboratori Papa Wojtyla sul letto di morte disse a fatica: «Lasciatemi andare alla casa del Padre». Verso le ore 17 furono recitati nell’appartamento pontificio i primi Vespri della domenica della Divina Misericordia. Vicino al comodino c’era l’immagine della Madonna polacca di Czestochowa. Su un tavolino, la foto dei suoi genitori . Ad annunciare la triste notizia alle migliaia di persone accorse a Roma per pregare in piazza San Pietro fu il cardinale Leonardo Sandri, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato: “Carissimi fratelli e sorelle – disse – alle 21:37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre. Preghiamo per lui”.
Karol Jozef Wojtyla era stato eletto Papa il 16 ottobre 1978, è stato proclamato Beato nel 2011 e Santo nel 2014. Il pontificato di Giovanni Paolo II è stato uno dei più lunghi della storia, durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni.