Settecento anni fa, il sommo poeta, Dante Alighieri, venne a mancare all’età di 56 anni, a causa di una banale puntura di zanzara. Banale, oggi. Questo può farci riflettere su come ogni problema si possa evolvere, fino quasi a scomparire.
Dante e il Ghislieri, da qualche settimana, hanno un frammento di storia in comune: quel frammento appartiene alla Divina Commedia, la sua opera maggiormente illustre.
Nella biblioteca del Collegio pavese, alcuni ricercatori hanno ritrovato le antiche pergamene del “Codice dantesco dalla storia avventurosa”. Esso contiene il: II, III, X e XI canto del Paradiso, la parte conclusiva della Divina Commedia. In realtà, la prima volta in cui fu ritrovato risale al 1889, ma, in occasione delle celebrazioni, sia in presenza sia a distanza dell’anniversario, il responsabile bibliotecario, Alessandro Maranesi, lo ha riportato la luce. Da alcuni dettagli, come la calligrafia dallo stile gotico, gli studiosi lo datano a non oltre la seconda metà del Trecento.
Oggi, con la collaborazione della Società Dantesca Italiana, esso è un “nuovo” oggetto di approfondimento, dal nobile valore.