Sin dai primi anni di età è naturale che un bambino si ponga molte domande: alcune possono avere una risposta immediata, altre no; altre ancora l’avranno, ma, considerando la giovane età, non potrà comprendere il significato. Il problema inizia quando la situazione vede come protagonisti miliardi di adulti, le cui domande arrivano ai “potenti della Terra”, come una cascata impazzita. Essi pretendono, e ne hanno il diritto, risposte quanto prima possibile su quanto accade e perché il sistema statale si blocca un giorno, all’improvviso, lasciando un’incertezza di dimensioni cosmiche. Quella data, di cui ancora ieri, a fiato sospeso, corrisponde al primo anniversario di quando l’Organizzazione mondiale della salute ha dichiarato il mondo in una situazione pandemica da COVID-19.
Quest’anno, in apparenza, non vissuto appieno, ci ha fatto comprendere, non solo a parole, quanto deboli e forte siamo allo stesso tempo: un esserino quasi impercettibile, ma di un aggressività inaudita, ci ha ridotto in brandelli la nostra quotidianità, arrivando a modificare anche le pratiche religiose: non era ancora accaduto, storicamente, di non poter partecipare alla Santa Messa. Nei momenti di reclusione più forzata, quante volte c’è sembrato di essere tra sbarre invisibili da voler varcare, poiché in alcuni casi era impossibile contaminarsi: una passeggiata in solitudine non avrebbe danneggiato alcuno, anzi, semmai solamente portato benefici, considerando che, mese dopo mese, la salute fisica e psichica stava peggiorando.
Abbiamo davvero testato il nostro grado di sopportazione.
Dopo un recupero di energia in luoghi di svago, nell’estate che ci stava aprendo a una nuova era, pur con la paura di un ritorno, senza armi a disposizione per combattere definitivamente i nemico. Con una gestione alquanto irregolare, com’era prevedibile, con l’arrivo dell’autunno, il virus ha colto l’occasione di ripresentarsi, convinto più di prima a limitare l’esistenza degli esseri umani.
Una breve parentesi, eccessiva, di libertà prima di Natale, un nuovo aumento dei contagi, e la popolazione in balia di informazioni, spesso parziali, a un ritmo devastante, dai mass media.
Forse solo una parola può salvare l’umanità:” vaccino”.
Molti marchi di case farmaceutiche, una concorrenza spietata e le prime dosi iniettate al personale medico, le seconde, nuove informazioni e nuovo innalzamento allarmante dei contagi, con iniezioni di massa agli over80 e al personale scolastico, poiché l’Istruzione non venga rappresentata come un settore di secondaria importanza.
Il partito della Lega, capeggiato dal ministro Matteo Salvini, ora in maggioranza, pronuncia un sostantivo-imperativo:” Rapidità”: arrivo massiccio di dosi e attuazione delle prassi, senza lunghe burocrazie.
Un anno di domande, questo, più che giustificate, ma che i nostri bambini hanno compreso, accettando con umiltà, quanto sia meglio per il momento non porne altre. Una vergognosa sconfitta dalla quale vorremmo ripartire, gettando migliori basi per il futuro e comprendendo quanto l’attimo sia fuggente.