Gabriele D’Annunzio, noto poeta italiano del secolo scorso, è ancora ricordato per i lussi di cui si circondava, in particolare la vistosa villa intitolata “Il Vittoriale degli Italiani”, a Gardone Riviera.
Il 1° marzo 1938 si spegne in quella cornice che è considerata come una reggia, sul lago di Garda. D’Annunzio aveva un’elevata autostima e, in un’accezione filosofica, egli era il “Superuomo”: non nascondeva il suo egocentrismo, ma sapeva come conquistare la maggior parte del suo pubblico.
Si sposa giovanissimo e diventa più volte padre, ma l’amore più profondo bussa al cuore dell’attrice teatrale, molto in voga a inizi del Novecento, Eleonora Duse, musa di molte delle sue opere. A Vigevano, è posta una targa, a media altezza umana, sulla facciata del palazzo, all’epoca un albergo, in cui è nata, oggi, negozio di prodotti dedicati al genere femminile.
Il poeta non è solo circondato da donne e libri, ma investe molte energie nel suo forte senso patriottico: si occupò della propaganda se durante la Prima Guerra Mondiale, come il “Volo su Vienna”, gettando biglietti con la stampa della bandiera italiana e l’occupazione della città di Fiume, oggi croata. In ogni suo gesto è evidente la passione cui egli dedica. Molto vanitoso, però, al tempo stesso, non osservava solo il proprio Io, ma invitava tutti a “fare della propria vita un capolavoro”, frase che, ancora oggi, si utilizza per commemorarlo.
Con i suoi testi di poesia e narrativa, utilizzando un italiano forbito, ma coinvolgente, aprì la lettura alla massa, facendola sognare con le numerose figure retoriche, applicate nella descrizione della donna, anche nella sua sfera più intima, regalandole però quell’autostima che, da secoli, essa non conosceva, perché considerata solo un mero oggetto di lavoro, tra le muri di casa o nei campi, e di piacere maschile.