Un libro per sognare che ci riporta indietro di ben trent’anni: è uno scherzo? No, davvero il decennio degli anni Novanta non è lo scorso. Il libro si intitola, infatti, Max 90 e uscirà a fine marzo, il 30. Quasi un gioco di numeri: 30 marzo, 30 anni di storia, non solo musicale. Il sottotitolo del medesimo conferma il sapore di nostalgia, comunicato nel modo fraterno che distingue Max e che, sia nelle interviste sia nei suoi brani, riesce a farci viaggiare nel tempo. Sì, Max, per noi, generazione nata con le sue prime esibizioni, è un fratello maggiore che ci ha insegnato, in modo scherzoso e romantico, molti aneddoti, ponendo l’amore al centro di ogni sua teoria.
Max è “poco social”, come è definito dalla compagna e dagli amici, ma anche questo suo lato ce lo disegna come protagonista di un’epoca, che ricordiamo con affetto e con una lacrima.
Una volta pubblicato potrebbe essere anche interessante leggere quelle pagine con una nota sulle espressioni tipiche dell’epoca: gergo giovanile pavese, con allusioni milanesi. È risaputo come il capoluogo di Regione era ed è la meta più ambita, per sfogare la propria personalità: dagli yuppies, figli di papà, ai rapper, figli della strada, senza sentirsi gli occhi addosso, come, invece, sarebbe accaduto in un contesto più tradizionale.
Una notizia, non ufficiale, ma che già fa scalpitare i nostalgici, dopo l’apatia, termine utilizzato in uno dei suoi brani più profondi, pubblicato nel 1999, di quest’ anno e le nuove instabilità, potrebbe esserci un ritorno del duetto, Max e Mauro, sul palco dell’Ariston. Questa comparsa insieme potrebbe risvegliare le nostre anime assopite e aiutarci a gestire questa nuova parentesi di punti interrogativi, in attesa di un suo concerto e di scatenarci insieme, mettendo, se possibile, un punto finale a un’atroce parentesi di un anno che, invece, vorremmo completamente dimenticare.