Il 9 gennaio 2007, Steve Jobs, CEO dell’azienda informatica Apple, annuncia al mondo che, a distanza di sei mesi, sarebbe uscito il cosiddetto smartphone, prodotto con il nome di IPhone.
Oggi, Jobs non è più qui, ma i suoi insegnamenti su come gestire un colosso di azienda, quale Apple, sono già, da qualche anno, pubblicati sui numerosi libri a lui dedicati. Sin dagli anni 80, Apple ha sempre dovuto battere la concorrenza e, quasi sempre, l’ha vinta. Jobs vedeva oltre: vedeva oggetti che non esistevano in una forma molto essenziale, ma lui sapeva interpretarli, apportando modifiche che, ancora oggi, hanno migliorato il loro utilizzo, come fosse un’esperienza e non solo una necessità. Nel 2008, questo cellulare poteva svolgere quasi qualsiasi funzione e si afferma nel mercato, nonostante i costi elevati, ma la maggior parte delle persone si impegnava a escogitare qualsiasi mezzo per poterselo acquistare.
L’ evoluzione, poi, procedeva sempre in maniera più rapida: Jobs, nel frattempo, aveva inventato anche altri nuovi strumenti per interagire con il mondo: sottili, di piccole dimensioni, al punto di non percepirli, ma poco resistenti agli urti, quindi da trattare come gioielli, quali sono.
Il discorso di apertura della conferenza:” Today Apple reinvent the phone” non pone dubbi: oggi, infatti. da quando è uscito l’IPhone e, poi, gli smartphone di altre aziende che, con una connessione Internet, sia offerta dal sistema di reti Wi-Fi, sparso nei territori msedio-grandi, sia con un proprio abbonamento, oggi è possibile collegarsi quasi ovunque ci si trovi. La comunicazione compì un passo pari a quello del primo uomo sulla Luna, il cui impatto, però, venne compreso in un secondo momento e, da quel momento, l’azienda non conobbe passi errati.