Giovanna d’Arco nasce il 6 gennaio 1412, in Francia e, nella sua breve esistenza, lascia un segno indelebile nella storia mondiale. Muore a soli 19 anni, bruciata sul rogo, a causa di imperdonabile fraintendimento. La giovane guerriera è considerata una delle prime donne attiviste in politica.
Complici di questa sua esuberanza, è il luogo e gli eventi che la vedono formarsi: alle spalle, una famiglia contadina che lavora presso feudatari, a loro volta, pressati dal rischio di una conquista inglese della Nazione.
A soli 17 anni, Giovanna non riesce ad accettare queste umiliazioni: povera e di basso ceto sociale, ma con una dignità che, oggi, avrebbe ancora molto da insegnarci, dopo aver camminato per 2500 chilometri, raggiunge la Corte del re Carlo VII, esprimendo una richiesta alquanto rischiosa, ovvero poter condurre, in prima fila, l’esercito francese che si stava avviando a Orléans, per la sua liberazione dall’esercito inglese, del re nemico, Enrico VII.
La forza che le venne nello Spirito confessa di avere ricevuta sentendo una voce, a suo parere divina, e non avrebbe vissuto in pace, se non avesse compiuto quell’ordine, in onore della Patria, ma, ancor prima, della Fede.
Dopo alcune vittorie, Carlo VII non si preoccupò di tutelare la giovane, che finì in carcere a Rouen, di fronte a un tribunale ecclesiastico, che non comprese la sua missione e la incolpò di eresia. All’alba del 30 maggio 1430, sia gli uccisori sia il popolo, sgomenti, quando invocava il nome di “Gesù”, affermarono di aver commesso un grave errore, forse imperdonabile.
Nel 1920, la ragazza venne definita “Santa” da Papa Benedetto XV, con la Bolla Divina Disponente.