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Intervista al Maestro Giusto Franco, pianista e compositore

Giusto Franco, classe 1939, pianista e compositore ; si è diplomato al Conservatorio Statale di Musica “N. Paganini” di Genova sotto la guida del Maestro Vincenzo Silvio Giauni. Ha conseguito il diploma magistrale, l’abilitazione all’insegnamento della musica ed il diploma di composizione alla “Accademia Musicale Genovese”. E’ stato docente all’Istituto Magistrale Statale “G. Della Rovere” di Savona. Ha insegnato ed insegna all’Università della terza età di Savona (oggi UniSv).
Membro di giuria in concorsi nazionali, ha tenuto e tiene conferenze di musicologia e lezioni concerto. Ha pubblicato il libro didattico Invito all’ascolto della musica classica. Ha insegnato all’Università delle terza età di Savona. Le sue opere didattiche sono in adozione presso Conservatori Statali e Scuole private. Ha fondato nel 1994 l‘Associazione Culturale De Musica ed è Direttore Artistico del Concorso Nazionale di Composizione Pianistica organizzato dalla medesima Associazione Savonese. Al suo attivo molte composizioni per strumento solista, per quartetto d’archi e per orchestra, edite da diverse case editrici .
Ha inciso dischi di sonorizzazione per la Rai ed alcune sue composizioni sono inserite in colonne sonore di films e documentari prodotti in Italia ed all’estero. Nella sua lunghissima carriera ha vissuto numerose esperienze come pianista, compositore, docente, interpetre. Impossibile elencare tutte le sue prestigiose esibizioni in Italia e all’ estero, oltre che i riconoscimenti e gli encomi ricevuti sino ad oggi . La sua biografia vanta un curriculum molto ricco, che ci racconta tanti anni di intenso lavoro e di studio.

 

L’ Eco, il giornale di Pavia e provincia lo ha intervistato per voi:

Maestro Franco, può raccontarci come è nata la sua passione per la musica?

“Provengo da una famiglia dove i miei genitori erano amanti della musica, pur non avendola mai studiata e nessuno tra i nostri parenti sia stato un musicista. Mio papà all’epoca era un agente di commercio e girava tutta la Liguria da La Spezia a Ventimiglia per commercializzare mobili e arredamenti di lusso, pur essendo lui un specialista nella realizzazione di lavori in ebano, questa professione non gli permetteva di mantenere la sua numerosa famiglia di sei figli. Da Saliceto dove è nata mia madre si spostò a Genova e sovente si recava nel centro storico per fare visita ai suoi clienti. In via San Luca, traversa di Via Luccoli c’era la Casa Musicale Giuseppe De Bernardi, un negozio di strumenti musicali, dove in vetrina faceva bella mostra una piccola fisarmonica, che all’apparenza sembrare un giocattolo, ma era un vero strumento musicale. Quando mio papà si presentò a casa con la fisarmonica il mio gioco di un bambino di quattro anni diventò da subito una passione e io mi divertivo ad ascoltare le canzoni per radio e a ripetere le melodie. Viste le mie attitudini i miei genitori con enormi sacrifici mi mandarono a lezioni private da una maestra di musica.”

Ci racconti invece come è nata la sua passione per il pianoforte :

“Avevo tre sorelle, due erano appassionate di ballo e ad un veglione di Natale, al Club Granata Dancing di Savona (oggi multisala Diana), si sarebbe esibita l’orchestra del maestro Cinico Angelini, arrangiatore, violinista  e direttore d’orchestra. Mi proposero di andare con loro e quella sarebbe stata la mia prima occasione di ascoltare un esibizione musicale dal vivo. Ancora prima di cominciare il presentatore annuncia che il maestro Angelini sarebbe stato sostituito nella direzione d’orchestra da un altro loro componente, il pianista William Galassini.  Passai la serata sotto il palco ad osservare i suoi movimenti, mi innamorai del pianoforte e chiesi alla mia maestra di darmene lezioni. Così è nata la mia passione per il pianoforte.”

Ci racconti un episodio al quale è rimasto particolarmente legato dal punto di vista emotivo.

“In particolare mi ricordo la sera del 29 giugno, giorno di S.Pietro e festa patronale a Carcare, quando si ammalò il fisarmonicista dell’orchestra di Saturno Mirenghi, pianista e trombettista di un famosissimo gruppo musicale di Altare, composto da dodici elementi più la cantante. Io a quel tempo ero studente di scuola media e continuavo a coltivare la mia passione per la musica e il suo studio, anche per la fisarmonica. Amici degli amici gli proposero di sostituirlo con un giovane musicista e fu allora che mio papà mi accompagnò da lui. Mi fu chiesto di fare finta di suonare quando avrebbero eseguito dei pezzi classici del loro repertorio e di suonare soltanto quando avrei eseguito dei valzer, tanghi,mazurche e loro mi avrebbero accompagnato. Al secondo pezzo classico del loro repertorio, “Blue Moon” non seppi resistere e mi misi a suonare insieme a loro. Il pianista vicino a me se ne accorse e non disse nulla. Durante la pausa si complimentò con me invitandomi  a continuare negli studi. Quando poi arrivò il mio turno e avrei dovuto eseguire tre tanghi classici del  liscio, rimasero tutti meravigliati perché io mi misi a suonare come valzer un altro brano di Richard Rodgers, lo stesso autore di“Blue Moon” per niente facile, alla fine il maestro si è complimentato anche lui, chiedendomi però di passare poi a qualcosa di più semplice. Mio papà che mi aveva accompagnato ed era presente in sala si commosse. Questo è un episodio che ancora oggi ricordo volentieri più di tanti altri.”

Lei ogni volta che si racconta sui social o rilascia un’intervista parla sempre della sua sua famiglia e delle persone a lei care, cosa si sente di dire di loro?

“La famiglia per me è la base di ogni cosa , io sono molto credente e ringrazio Dio di avermi dato prima di tutto un papà e una mamma e poi mia moglie, una figlia e tre meravigliosi nipoti. Nella mia lunga carriera ho rinunciato a contratti e proposte di lavoro all’ estero per rimanergli sempre vicino, innanzitutto ai mie genitori perchè io sono nato tardi rispetto alla loro età e non mi sentivo di lasciarci soli anche in considerazione dei sacrifici che hanno sempre fatto per me.”

Ci può descrivere la sua giornata normale? Quante ore di tempo dedica allo studio?

“Io adesso per motivi di salute vado a dormire molto presto la sera, ma anche quanto andavo in giro a suonare e rientravo a casa tardi, ero sempre mattiniero e generalmente alle sei del mattino sono già sveglio ed operativo, sul mio comodino vicino al letto non mi mancano mai i libri, catra e penna perchè mi diletto anche a scrivere poesie liriche e sonetti  e il quaderno con il pentagramma, mi capita sovente durante la notte che  mi venga qualche idea e la devo fissare sul quaderno per poi elaborarla sul pianoforte appena mi alzo dal letto. Ogni giorno mi diletto al pianoforte perché come disse Bach il maestro di tutti noi musicisti, bisogna scrivere tutti i giorni e non saltare un giorno, neanche alla domenica . E poi continuo a studiare perchè il giorno che mi sono diplomato al conservatorio quello non è stato il mio punto di arrivo , ma il punto di partenza per ampliare le mie conoscenze musicali”.

Cosa si sente di consigliare a quei giovani che oggi intendono intraprendere studi musicali ?

“Dico a loro di non avere fretta, perché questa è la caratteristica di tutti noi in questi anni che viviamo , tutti di corsa, ci vuole calma, perchè il talento viene fuori nel tempo e non devono sentirsi da subito dei piccoli Mozart o dei piccoli Beethoven appena si raggiunge un risultato. Io lo dico sempre ai miei allievi : Il giovane ha fretta e va veloce, il vecchio va adagio lentamente ma conosce la strada e alla fine arriva prima dI lui.”

Ha un sogno nel cassetto, dal punto di vista professionale, che le piacerebbe realizzare ?

“Sarebbe stato quello di diventare editore e produttore discografico di me stesso, perché purtroppo mi è capitato tante volte che quando sono andato a bussare la porta delle case editrici di Milano o di Roma me la sono vista sbattere in faccia chiedendomi chi ero o cosa volevo e io credevo nel mio lavoro e nei pezzi da me scritti e se avessi avuto la possibilità di autoprodurmi non sarei passato attraverso il giudizio e le decisioni di altri.”

Può anticiparci qualcosa sui suoi futuri impegni ?

“Per il futuro ho molte idee e purtroppo quest’anno la situazione che si è venuta a creare con la pandemia non mi ha permesso di metterle in pratica  e anche se sono venuti a mancare dei miei cari amici da Fulvio La Cognata a Pio Vintera di Villa Cambiaso, che mi sostenevano e mi appoggiavano nei miei progetti, vorrei ritornare a fare dei concerti, a breve ci sarà in uscita un’altra antologia monografica di brani musicali differenti dalle precedenti da me pubblicate nei contenuti. Tutto questo mi riporta a sentirmi un adolescente e mi dà la carica per guardare avanti nonostante i miei 81 anni.”

 

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