Il nuovo decreto governativo non obbliga la chiusura delle librerie, nemmeno nella “zona rossa”, poichè, anche se in misura minore, rispetto ad altro, il libro è considerato un “bene essenziale”. Non scordiamoci che i ragazzi frequentano, in presenza o no, la scuola e, quindi, evitiamo, anche nel fine-settimana, quei nastri adesivi, nella corsia dedicata, che respingono ad acquistare materiale utile. Non sarà proprio quello scaffale a creare assembramento e, ormai, le persone dovrebbero saperle le distanze, sennò assumete personale di guardia, nei confronti di un minimo di decenza.
Leggere, soprattutto in un momento che ci obbliga a ridurre molte attività che ci concedono uno svago, è ancor più funzionale, perchè, pur stando fermi, migliora il benessere del nostro cervello.
Secondo Gregory Berns, capo di una ricerca, svolta nel 2013, sugli effetti che la lettura provoca al nostro pensiero, mentre leggiamo un libro, in cui qualcuno dei personaggi svolge una specifica attività, come ad esempio correre, si attivano gli stessi neuroni che si attiverebbero se fossimo noi a correre.
In riassunto, immergersi in un romanzo può realmente trasportare nel corpo del protagonista, rilassando la mente a livello biologico.