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Foliage: quando un paesaggio diventa “instagrammabile”

Non è di certo un vocabolo contenuto nel dizionario originale dell’Accademia della Crusca, tuttavia, come molte altre espressioni inglesi, Instagrammabile e assunto dalle fasce giovanili come un verbo che deriva dalla celebre piattaforma basata sulla pubblicazione di contenuti grafici: Instagram.

Essa viene prodotta nel 2010, ma conosce l’apice della propria fama circa tre anni fa, quando è possibile creare stories, ovvero immagini statiche o in movimento, con l’aggiunta della propria voce e di adesivi per abbellirle e che, a differenza dei contenuti postati in modo fisso, hanno una durata di 24 ore. Il feedback che possono riscuotere è comunque elevato, anzi è maggiore: rispetto al caso tradizionale, anche se non vi è una risposta, l’utente che ha pubblicato può visualizzare l’utente che “lo ha seguito”.

Questa attività può essere fonte di guadagno e non banale: si può già parlare di concorrenza, poiché numerose sono le ragazze che si lanciano sul mercato, proponendo beni e servizi di differente categoria, nel tentativo di diventare influencer, quindi persone di cui fidarsi e seguirne le orme.

Foliage è un tipico hashtag, ovvero l’utilizzo di una parola chiave accompagnata dal #  e, se vi si clicca, è possibile accedere alla categoria di contenuti che contengono la medesima parola e, di conseguenza, ritrovare altri appassionati a quel concetto. In autunno, foliage è quella che ricorre più spesso.  La sua origini è francese, utilizzata come nome collettivo che si traduce in un insieme di foglie, dai molti colori, cadute a causa della stagione. Coloro che amano le escursioni a piedi, oltre che nei boschi, il sito VisitPavia.com suggerisci luoghi sparsi nella provincia, in cui il fenomeno è più osservabile da vicino: i boschi sono al primo posto, ma anche alcuni paesi han il loro tappeto da offrire o, addirittura, suggestive “sculture spontanee”, proprio perché derivanti dalla mano di Madre Natura.

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