Pavia costituiva un crocevia di vie di comunicazione nel Nord Italia, collegata via terra con Milano, Piacenza, Torino, Aosta e la Gallia Transalpina; per via fluviale, altrettanto ottimi erano i collegamenti con Ravenna e il mare Adriatico, essendo posizionata sul Ticino a pochi chilometri dalla confluenza nel Po.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., l’Italia, sotto il dominio prima di Odoacre e poi degli Ostrogoti, era rimasta il cuore economico, culturale e religioso dell’Europa occidentale. Nel 568, i Longobardi, popolo invasore e distruttivio, che varcò le Alpi Giulie, iniziò a conquistare il territorio nazionale.
Gli “uomini dalle lunghe barbe” contribuirono ad avviare quel lunghissimo periodo di frammentazione politica della Penisola, ma non riuscirono a conquistare l’intera superficie del territorio italiano.
Il ruolo strategico-militare di Pavia e la sua localizzazione geografica furono i primi due attributi che favorino la scelta di Teodorico il Grande, primo re ostrogoto in Italia, di farvi edificare un maestoso palatium. Nello stesso palazzo regale, si insediarono i Longobardi e, dopo la disfatta dell’ultimo loro monarca, Desiderio, nel 774, rimase poi di proprietà dei re italici, in epoca carolingia e ottoniana, fino alla sua demolizione, nel 1024, quando i Pavesi iniziarono a cosituirsi come indipendente comune.
La mostra, celebrata esattamente tre anni fa, presso il Castello Visconteo di Pavia, poi a Napoli e, infine, a San Pietroburgo, offriva la possibilità di conoscere oltre 300 opere, raccolte tra più di 80 musei, analizzate da oltre 50 gli studiosi, i quali han anche girato 17 video originali e gestito installazioni multimediali, al fine di rendere questa mostra internazionale un’esperienza memorabile. E così è stato.
Gli appassionati di storia longobarda possono seguire questo itinerario:
- sezione longobarda dei Musei Civici
- alcune cripte, tra cui spicca quella di Sant’Eusebio;
- Basilica di San Michele Maggiore
- Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro
I Longobardi, proprio come era intitolata la mostra, han contribuito a cambiare la storia dell’Europa.