Non conoscendo ancora come e quanto potremo uscire nelle prossime settimane, non dimentichiamoci di una bellezza silenziosa, che viene offerta gratuitamente e senza limiti di chiusura, delle colline, protagoniste dell’ Oltrepò Pavese. L’area lombarda è stata ancor più promossa la scorsa estate, dopo la prima apertura, quando i contagi del Covid19 erano diminuiti in modo eclatante. Bei tempi, affermiamo oggi.
Non è scontato che gli abitanti della zona stessa e delle limitrofe conoscano quanto Patrimonio abbiano a pochi chilometri ed è per questo che associazioni come Oltreconfine e Calyx turismo sono specializzate in questi itinerari a piedi o in bicicletta. Esse organizzano piccoli gruppi, nel rispetto delle normative sanitarie, il cui obiettivo è sia il mantenimento di una salute fisica e psichica sia la condivisione di momenti con altre persone, poiché lo stare insieme può apportare altri benefici.
“Scollinare” è un verbo modificato, che si riferisce al passeggiare “in su e in giù” per le colline, gioielli che circondano parte della Lombardia.
Negli anni Sessanta, quando si verificò il primo boom economico, dopo la grave situazione economica che la guerra aveva inflitto all’Italia, molti erano i connazionali che avevano conosciuto per la prima volta il concetto di “vacanza” e chi possedeva l’auto, non più solo un bene elitario, o in treno si dirigeva verso la Riviera Ligure. Un’altra buona parte, meno amante della confusione, legata alle spiagge, musica e schiamazzi, optava per la quiete delle colline, evitando anche lunghe code in autostrada. Ebbene sì, le prime testimonianze delle code in automobile, lungi da quelle attuali, risalgono ad allora.
Un esempio di luogo circondato dal fascino sutunnale è il castellodi Oramala, nei pressi di Varzi. Buona “scollinata” e scatti fotografici, da serbare con gelosia in un momento critico, ma utile per godersi un po’ aria aperta, tra usi e costumi ed enogastronomia.