E’ beato Carlo Acutis, lo studente milanese morto a 15 anni il 12 ottobre 2006 all’ospedale San Gerardo di Monza per una leucemia fulminante, riconosciuto dalla Chiesa, nonostante la sua breve vita, come modello di fede cristiana. Papa Francesco, nell’esortazione apostolica “Christus vivit”, lo ha proposto ai giovani come modello di santità dell’era digitale. La proclamazione di Carlo Acutis beato, decretata da papa Francesco, è stata pronunciata dal cardinale Agostino Vallini, delegato pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, durante la messa celebrata nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi. La memoria liturgica del beato Carlo Acutis sarà celebrata ogni anno il 12 ottobre, giorno della sua morte. La sua faccia sorridente campeggia da giorni sui social. Carlo Acutis, classe 1991, morto a soli 15 anni, è il primo ‘santo’ dei millenials, quelli che sono cresciuti a pane e internet e per questo in molti già lo considerano il patrono del web. Si chiama come il nonno, patron della Vittoria Assicurazioni, e nasce a Londra per un trasferimento temporaneo del padre Andrea, in quegli anni manager in una banca d’affari. Poi il ritorno in Lombardia, a Milano, dove Carlo frequenta le scuole.
Una vita breve perché a 15 anni se lo porta via una leucemia fulminante. Muore a Monza ma su sua richiesta viene sepolto ad Assisi. Ed è nella città di San Francesco dove sabato 9 ottobre è stato beatificato.
Genio dell’informatica, utilizzava le sue conoscenze per parlare di fede sul web, un vero e porprio ‘influencer di Dio’, oggi potremmo definirlo. Gioca a pallone, fa trekking in montagna, suona il sassofono e va in pizzeria con gli amici. Ma chi si avvicina a lui resta contagiato da quell’amore per Cristo e l’eucaristia e per questo, già da ragazzino, va a messa tutti i giorni. Intanto ‘smanetta’ al computer e crea siti che parlano di miracoli eucaristici e sostanzialmente della gioia della fede. “L’Eucaristia è la mia autostrada verso il cielo”, amava ripetere. La mamma, Antonia Salzano, ha raccontato che il figlio giocava a fare lo scienziato informatico, realizzava i video e i montaggi con la sua telecamera e confezionava riviste online.
Via via ha cominciato a studiare sui manuali specializzati, quelli in uso nelle facoltà di ingegneria informatica. E in questo modo, da autodidatta, è diventato un programmatore sempre più esperto.
Papa Francesco, che a suo stesso dire è negato per cellulari e pc, e che anche per scrivere una mail si deve fare aiutare da qualcuno, è rimasto incantato da questo giovane che ha “saputo utilizzare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, valori e bellezza”. Bergoglio cita il ragazzo nella ‘Lettera ai giovani’ firmata lo scorso anno a conclusione dei lavori del Sinodo e riporta anche una sua frase: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.
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E’ beato il lombardo Carlo Acutis, il patrono dell’era digitale
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